lunedì 21 maggio 2012

San Bernardo

San  Bernardo
Il cane di San Bernardo, gigante assoluto della sua specie, è una razza canina tra le più conosciute al mondo.
Storia
Spesso, per ricostruire le origini della razza, si fa riferimento ai grossi mastini che le legioni romane lasciavano con le truppe destinate a presidiare i punti strategici sulle grandi vie di comunicazione. Pare abbastanza probabile che questa possa essere l'origine dei cani di San Bernardo e dei grandi Bovari diffusi in vari Cantoni svizzeri, ma la prima testimonianza certa della presenza di tali cani al Colle, (che allora si chiamava Col de Mont Joux), risale alla seconda metà del '600, quando il pittore napoletano Salvator Rosa ritrasse un grosso molossoide molto simile al moderno cane di San Bernardo.
Probabilmente i primi cani vennero donati ai canonici dell'Ospizio verso il 1660, dalle famiglie nobili del Vallese, per la guardia e la protezione dell'Ospizio stesso dai non infrequenti malintenzionati (le cronache riportano numerosi episodi di brigantaggio), ma anche per numerosi altri impieghi, dal trasporto di piccoli carichi (latte, formaggi), alla fornitura di forza motrice (un dispositivo a mulino, azionato dai cani, muoveva l'enorme spiedo della cucina dell'ospizio). Ma l'impiego che li rese celebri nel mondo fu quello di ausiliari dei canonici (marronier) nel tracciare la pista nella neve fresca, prevedere la caduta di valanghe e ritrovare i viaggiatori dispersi col maltempo.
Fra di loro, il più famoso fu Barry I (1800-1814), resosi protagonista del salvataggio di almeno 40 persone. Alla sua morte, il suo corpo venne imbalsamato e conservato presso il Museo di Storia Naturale di Berna, e da allora il miglior maschio di ogni cucciolata dell'allevamento dell'ospizio prende il nome di Barry. Inoltre, la razza, fino ad allora conosciuta come "mastino delle Alpi", si iniziò a diffondere come chien Barry.
La denominazione cane di San Bernardo venne usata per la prima volta nel 1862, in occasione di un'esposizione cinofila presso Birmingham, e si iniziò ad usare universalmente verso il 1880. La stesura del primo standard di razza risale al 1887.
Già a partire dalla metà del XIX secolo ci si era resi conto dei danni causati dalla eccessiva consanguineità tra i riproduttori presenti presso l'allevamento dell'Ospizio, e si decise dunque di ricorrere all'incrocio con il cane di Terranova, ritenuto il più adatto per similitudini fisiche ed attitudinali. Frutto di tale incrocio fu la comparsa del pelo lungo, caratteristico della più diffusa oggigiorno delle due varietà della razza, ma ritenuto meno adatto del pelo corto al lavoro nella neve. La varietà di pelo più idonea al soccorso resta dunque quella originaria, a pelo corto.
Nei primi anni del XX secolo la razza si era diffusa in tutta Europa, ma la popolarità, come spesso accade, portò anche ad alcune deviazioni rispetto alla tipologia originale. Vennero introdotti incroci con Mastiff inglesi ed altre razze, unitamente ad una selezione volta ad accentuare in modo caricaturale le caratteristiche di mole, pelo, lassità della pelle, ecc, rivolte a fattori esclusivamente "estetici", a discapito spesso della funzionalità. La II guerra mondiale arrecò gravi danni a questa, come a molte altre razze. Il recupero del cane di San Bernardo, in una chiave di bellezza funzionale e zootecnica, deve molto all'opera del cinologo italiano Antonio Morsiani, importante allevatore e studioso della razza, che, con il suo Allevamento del Soccorso (fondato nel 1939), contribuì in modo determinante alla salvezza ed alla rinascita morfologica e funzionale del San Bernardo nel dopoguerra in Italia ed in Europa.
Descrizione
I caratteri morfo-funzionali della razza sono descritti nel suo Standard ed in particolare nei suoi "Commenti allo Standard", opera del Dr. Antonio Morsiai con centinaia di disegni anatomici esplicativi del testo. La testa, caratterizzata dalla spiccata convergenza degli assi longitudinali canina può raggiungere il peso del San Bernardo (fino a 90/100 kg nei grandi maschi). Ovviamente con un insieme armonico, dinamico e del cranio e del muso, è la più voluminosa dell'intera specie canina ed esige assoluta priorità nel giudizio morfologico sul tipo. Il cranio è nettamente brachicefalo (indice cefalico 64). Il muso è piuttosto corto ma senza esagerazioni (poco più di un terzo della lunghezza totale del cranio), rigorosamente quadrato e mai appuntito o conico. Le labbra inferiori devono essere ben sostenute da substrato scheletrico. Gli arti devono essere lunghi (distanza gomito-suolo sempre superiore al 50% dell'altezza al garrese), la groppa è orizzontale e gli angoli del posteriore solo moderatamente angolati (l'angolo tibio-metatarsico dev'essere di circa 145°) per consentire una migliore spinta in salita. Il San Bernardo è uno dei cani più grandi e può raggiungere e superare i 90/95 cm al garrese ed anche gli oltre 100 kg di peso. La grande mole (caratteristica imprescindibile della razza), non deve mai però andare a discapito della funzionalità e del buon movimento. Si tratta infatti di un vero "atleta pesante" in grado anche, se ben selezionato, di portare la sua altezza ed il suo peso con estrema disinvoltura ed eleganza. L'altezza minima al garrese deve essere di 70 cm per i maschi e 65 cm per le femmine: mediamente, i maschi raggiungono e superano un'altezza di circa 80 cm (con punte di 90 cm. ed oltre) mentre le femmine di 75 (con punte di 80 cm. ed oltre). Come abbiamo visto nessun'altra razzafunzionale come si conviene ad un vero atleta pesante da montagna.
Carattere
Come tutti i molossoidi è sempre molto attaccato al proprio padrone (con il quale resta cucciolo per tutta la vita) e a coloro che considera amici, particolarmente ai bambini con i quali ha un ottimo rapporto, inoltre è un cane molto socievole, con una forte personalità. È un cane noto per il suo carattere mite: può passare ore sdraiato accanto al padrone senza far notare la sua presenza. Determinato, pronto alla difesa (senza per questo essere mai aggressivo con l'uomo), è dotato di una struttura estremamente poderosa (i maschi possono superare anche i 100 kg), ed è perciò in grado di essere un valido cane da guardia ed avvisatore con fulminea percezione del pericolo e ottima reattività nervosa. Ancora oggi, se addestrato, può svolgere al meglio i suoi antichi compiti di cane da soccorso in montagna. La sua resistenza al freddo ed alla fatica in altitudine sono proverbiali. Eccellente anche come cane da catastrofe e per la "pet-therapy".
Curiosità

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  • Dal 1967 esiste in Italia il Club Italiano San Bernardo (CISB), unico sodalizio ufficialmente riconosciuto dall'Ente Nazionale Cinofilia Italiana (ENCI) e dalla Federazione Cinologica Internazionale (FCI) per la tutela e la salvaguardia del cane di San Bernardo a livello nazionale (www.canedisanbernardo.org). Il Club Italiano San Bernardo, è socio fondatore e membro permanente della Unione Mondiale dei Clubs San Bernardo (WUSB) e del FORUM Internazionale della razza.
  • L’Associazione Italiana San Bernardo (AISB) fondata nel 1997, mira a svolgere ogni più efficiente azione per migliorare, incrementare, valorizzare, diffondere e tutelare la razza del Cane di San Bernardo, migliorare la selezione e potenziarne l’utilizzazione sia a fini di utilità sociale che a fini sportivi. Sito web: www.aisb.it
  • Il più grande cane di San Bernardo di tutti i tempi (vissuto fra il 1880 e il 1890 in Inghilterra), si chiamava "Lord Bute" e pare misurasse 109 cm al garrese con un peso di ben 112 kg. In Italia, negli anni '60, un gigantesco San Bernardo chiamato "Mischa" raggiunse il peso di 118 kg con un'altezza superiore ai 90 cm al garrese e, nonostante questa enorme massa, visse quasi 14 anni senza problemi. Sempre in Italia, nei primi anni '90, un altro gigantesco maschio di nome "Sando", raggiunse i 103 cm al garrese con un peso superiore ai 120 kg. Si tratta di misure e pesi assolutamente eccezionali da non prendere mai come regola o caratteristica unilaterale, soprattutto se non riferiti a soggetti armonici e comunque ben costruiti come quelli menzionati.
  • Il San Bernardo è diffuso in tutti i continenti, anche in Africa. In Sudafrica esiste da oltre 20 anni infatti un club che lo tutela e ne promuove la corretta selezione anche in quel continente.
  • Nel cinema il San Bernardo è stato spesso protagonista di film anche molto conosciuti, sia per il cinema che per la tv. Celebre il "Buck" del "Richiamo della foresta", girato negli anni '30, con Clark Gable. In Italia famoso il "Birillo" del primo "Amici miei", girato nel 1975, con Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Adolfo Celi e Gastone Moschin. Indimenticabile l'americano "Beethoven", che negli anni '90 ha portato a ben tre film e nel film "Fantozzi va in pensione" del 1988.
  • Anche Paperino ha un cane San Bernardo, chiamato Bolivar.
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